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lunedì, 29 Aprile, 2024

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Rapporto Legambiente: l’85% delle città italiane sono inquinate

Legambiente ha presentato il rapporto Mal’aria edizione speciale con le relative pagelle di 97 città italiane riguardo l’inquinamento atmosferico. I voti sono stati dati sulla base di un confronto dei dati raccolti negli ultimi cinque anni (2014-2018) delle concentrazioni di polveri sottili (Pm10, Pm 2,5) e del biossido di azoto (NO2) e i relativi limiti annui suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): 20µg/mc per il Pm10; 10 µg/mc per il Pm2,5; 40 µg/mc per il NO2.

Dal confronto che è stato effettuato è emersa una situazione preoccupante in cui l’85% delle città italiane non riesce a raggiungere la sufficienza, e solo il restante 15% prende dal sei in su. Le quindici città che superano la sufficienza sono: Sassari (voto 9), Macerata (8), Enna, Campobasso, Catanzaro, Grosseto, Nuoro, Verbania e Viterbo (7), L’Aquila, Aosta, Belluno, Bolzano, Gorizia e Trapani (6). Tali città hanno saputo rispettare per buona parte degli anni presi in considerazione i limiti suggeriti dall’OMS; tuttavia, va precisato che i monitoraggi non sono stati effettuati con continuità. E Legambiente ha evidenziato la necessità che vengano svolti con assidua periodicità in qualsiasi città.

Invece, le città che hanno preso il punteggio più basso, ovvero con voto zero, sono state Torino, Roma, Palermo, Milano e Como, dato che non hanno mai rispettato i limiti previsti dall’OMS per la tutela della salute. In piena pandemia Covid-19, il rapporto Mal’aria preme sulla necessità di un cambiamento radicale delle città e la direzione che dovremmo intraprendere affinché queste diventino dei luoghi salubri per i cittadini. Ogni anno l’inquinamento atmosferico causa 60mila morti premature in Italia. Ai decessi si vanno ad aggiungere anche gli alti costi sostenuti dalla sanità. Uno stato attuale che non è più accettabile nella “società dell’informazione”.

“Per tutelare la salute delle persone – dichiara Giorgio Zampetti, Direttore Generale di Legambiente – bisogna avere coraggio e coerenza definendo le priorità da affrontare e finanziare. Le città sono al centro di questa sfida, servono interventi infrastrutturali da mettere in campo per aumentare la qualità della vita di milioni di pendolari e migliorare la qualità dell’aria, puntando sempre di più su una mobilità sostenibile e dando un’alternativa al trasporto privato. Inoltre serve una politica diversa che non pensi solo ai blocchi del traffico e alle deboli e sporadiche misure anti-smog che sono solo interventi palliativi. Il governo italiano, grazie al Recovery Fund, ha un’occasione irripetibile per modernizzare davvero il Paese, scegliendo la strada della lotta alla crisi climatica e della riconversione ecologica dell’economia italiana. Non perda questa importante occasione e riparta dalle città incentivando l’utilizzo dei mezzi pubblici, potenziando la rete dello sharing mobility e raddoppiando le piste ciclopedonali. Siamo convinti, infatti, che la mobilità elettrica, condivisa, ciclopedonale e multimodale sia l’unica vera e concreta possibilità per tornare a muoverci più liberi e sicuri dopo la crisi Covid-19, senza trascurare il rilancio economico del Paese”.

Alla fine del rapporto sono state avanzate varie ipotesi a carattere d’urgenza per mitigare l’inquinamento atmosferico nelle città, tra queste soluzioni si trova la mobilità urbana condivisa e sostenibile, attuabile attraverso il potenziamento dello sharing mobility e il raddoppiamento dei chilometri delle piste ciclabili. Queste misure andrebbero ad integrarsi con l’incentivazione già introdotta nel campo della mobilità elettrica. “Misure preventive, efficaci, strutturate e durature”; con l’augurio che davvero i fondi del Next Generation Eu saranno usati per una vera, e concreta, transizione ecologica del Paese.

https://www.legambiente.it/smog-in-citta-ecco-i-dati-di-malaria-edizione-speciale/

A cura di Simone Riga

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