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sabato, 4 Maggio, 2024

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Rebecca Zoe De Luca: Il primo giorno di scuola, l’inizio di una nuova era

Il primo giorno di scuola è un po’ come l’inizio di una nuova era. Ogni anno il rientro può essere, per chi più per chi meno, estremamente traumatico: io quest’anno ero terrorizzata. Il liceo è un’ambiente che tutto sommato mi piace, se da una parte ero contenta di rivedere i miei compagni e riprendere la solita routine, dall’altra il fatto di non sapere come si sarebbe evoluta la situazione – questo è un anno molto particolare per ovvi motivi – mi metteva non poca ansia. Nessuno aveva la più pallida idea di come avremmo fatto: banchi con le rotelle? Mascherine anche quando si è seduti al proprio posto? Compagno di banco o no? E così via con altri mille quesiti di cui non si è saputa la risposta fino all’ultimo. Così fra incertezze e ansie da parte di noi studenti e sicuramente anche da parte del corpo insegnanti anche quest’anno, per me il 14 settembre la scuola è ricominciata. Ciò che caratterizza le prime settimane di scuola a Milano – e non solo – è il caldo infernale, probabilmente se si poggiasse un uovo su un qualsiasi banco in una qualsiasi scuola milanese, questo, senza ombra di dubbio si cuocerebbe. Fortunatamente nella mia scuola, a differenza di molte altre, non sono così rigidi per quanto riguarda l’abbigliamento: nei limiti del decoro, minigonne, canotte e pantaloncini sono permessi. Forse hanno finalmente capivo che anche noi con 35 gradi all’ombra soffriamo il caldo. Ma ecco che sorge un altro inaspettato problema: la via per arrivare a scuola chiusa per lavori fino al giugno 2021! Il fatto è che io odio, odio e’ l’unica parola appropriata, arrivare in ritardo. Se qualcuno non rispetta l’orario e arriva in ritardo non mi fa ne’ caldo ne’ freddo, anzi tendo a scusate e a comprenderne le motivazioni, ma non tollero il mio di ritardo. Inutile dire che il primo giorno di scuola, un po’ agitata per il rientro e un po’ frastornata dal caldo, scoprire all’ultimo che la strada fosse chiusa, mi ha alquanto innervosita per non scrivere di peggio. Come una pazza alle 8 di mattina di lunedì 14 settembre con una borsa piena di libri che pesava più di me, ho sfrecciato con la mia carrozzina per tutta la via – chiusa per lavori – con l’unico disperato intento di arrivare per tempo. Grondante di sudore, ma con il trucco – ci terrei ad sottolineare – intatto anche sotto la mascherina, sono entrata a scuola a velocità smodata per raggiungere la mia amata/odiata classe e iniziare questo nuovo e bizzarro anno scolastico. 
PS il fatto che la via sia chiusa per lavori, non è più un problema ora anzi, ‘camminare’, sempre che così possa dire, da sola ascoltando la mia musica a volume improbabile, mi calma, cosa rarissima, e rappresenta l’inizio ideale di una lunga giornata scolastica. 

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