Nel 2018 sono stati prodotti in Italia 30,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), che rispetto a quello dell’anno precedente ha registrato un incremento pari a 590mila tonnellate. Il 22% dei rifiuti urbani sono stati depositati nelle discariche, mentre il 18% è stato smaltito negli inceneritori; in entrambi i casi si tratta di una pratica dannosa per l’ambiente poiché nella prima fattispecie si potrebbero inquinare il suolo, l’acqua e l’aria, mentre nella seconda si introdurrebbero degli agenti inquinanti nell’atmosfera.
Fatto sta che l’Italia avrebbe dovuto raggiungere quota 65% di raccolta differenziata nel 2012 e a distanza di sei anni, gli ultimi dati forniti corrispondono all’anno 2018, questo valore tocca il 58%. La distanza, considerando anche gli anni di ritardo, non appare soddisfacente. Scendendo nel dettaglio del rapporto, come evidenzia Openpolis, ci sono dei grandi squilibri a livello regionale. Se a nord si registra una percentuale maggiore di raccolta differenziata, a volte anche superiore al 65% (Veneto, 73,8%), al sud le cose cambiano con tassi addirittura sotto il 30% (Sicilia, 29,5%). Gli sbilanciamenti non mancano neanche dentro le regioni stesse, ovvero tra le provincie: Benevento raggiunge il 70,6% a dispetto dell’intera regione Campania che si ferma al 52,7%; mentre, nel caso opposto, Pavia si attesta al 51,5% rispetto al 70,7% della Lombardia. Invece, dove si registra la percentuale più bassa di raccolta differenziata è nella provincia di Palermo, con solo il 19,9%; mentre in quella di Treviso si raggiunge la quota più alta, l’87,3%.
https://www.openpolis.it/litalia-e-ancora-lontana-dallobiettivo-sulla-raccolta-differenziata/
https://www.isprambiente.gov.it/files2019/pubblicazioni/rapporti/RapportoRifiutiUrbani_VersioneIntegralen313_2019_agg17_12_2019.pdf
A cura di Simone Riga