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lunedì, 20 Maggio, 2024

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“Primo messaggio di Natale” di Don Franco Monterubbianesi

Cari amici,

È il messaggio di Natale a cui mi sono impegnato per approfondire il suo significato per la vostra vita.

Parto dal rapporto dell’ONU che dice che nel mondo ogni ora ci sono cinque femminicidi, sono state uccise nel 2021 45.000 donne, soprattutto in famiglia. In famiglia, dove l’uomo dall’amore della sposa dovrebbe imparare ad essere umano. La crisi è una crisi di civiltà assoluta, che è anche la negazione del valore spirituale della vita dell’uomo. La fede in Dio e il timore di Lui è scomparso. Mentre Dio iniziò la salvezza dell’umanità nella pienezza dei tempi, nel seno di una donna, dove suo figlio si incarnò facendosi uomo e rivelando così, con tutta la sua vita, quanto amore Dio vuole che esista nel cuore dell’uomo nel rispetto dei valori. Il valore della donna, da proteggere in tutti i mali e degli innocenti uccisi dalle guerre, dalla fame e dalla povertà, nel grido della Grande Madre Vittima, che è Maria di Nazareth, e di tutte le madri del mondo di oggi, deve essere la coscienza nuova, dove la femminilità, nel suo valore di maternità e di angelicità, (la donna è più vicina a Dio del maschio che si insuperbisce del suo saper fare e del suo pensare) è l’impegno della nuova riflessione che cercherò di darvi per il Natale 2022, partendo dalla nascita di Maria di Nazareth.

Dalla sua famiglia, di Gioacchino ed Anna, come la ebbero, nonostante la vecchiaia e la sterilità di Anna, poi svilupperò la sua storia fino a quando il figlio cominciò, a trenta anni, ad evangelizzare il mondo.

È una storia bellissima dove si è basata la vita di Gesù intima, nutrito e cresciuto nel seno di tale madre. La donna unica, che rappresenta ed è “l’umanità realizzata” per tutti noi che dobbiamo farci partecipi per cambiare la nostra disumanità, sul suo esempio e sulla sua forza di misericordia e di amore con cui Lei ci segue.

Per darvi questo racconto seguo, lo sapete ormai, il primo libro dell’Evangelo così come mi è stato rivelato di Maria Valtorta (potete vederlo da questo link http://www.valtortamaria.com/), Gesù in un messaggio a Maria Valtorta, tratto dai suoi quaderni autobiografici dal 1945 al 1950, diceva nell’agosto del 1949, che il racconto totale della sua vita, che Maria Valtorta portavoce di Lui scrisse dal 1943 al 1947, è per far conoscere la perfetta e completa conoscenza di Noi, quali i Santi e i dottori non  la ebbero mai, ma i tempi oggi urgono  e solo una conoscenza ampia di Me può salvare.

Adesso dal primo libro dobbiamo cogliere i passi fondamentali della sua nascita e concepimento, da una mamma sterile, che nell’amore di due sposi esemplari, desiderosi di completare il loro amore totale nella maternità e paternità, era la grande fiducia nel Dio della Bibbia, che più volte aveva reso feconde il seno sterile di tante donne importanti, come Sara di Abramo, il capostipite degli ebrei e dei cristiani. Cerco di essere sintetico nelle espressioni dei loro sentimenti in cui in ogni maternità, c’è l’azione di Dio, che si fa artefice con noi nei disegni che Lui ha per la creatura che nascerà e poi crescerà. Ecco alcune espressioni di come la loro speranza si nutriva di un grande sentimento di fiducia in Dio, anche per l’amore che nutrivano l’una verso l’altro, lo sposo alla sposa, nella fede che lui aveva in Dio anche per lei. È un primo insegnamento che ci viene da questo episodio, l’amore tra gli sposi oggi deve basarsi su una fede, che è soprattutto da parte dell’uomo, di avere la sicurezza che Dio c’è per ogni famiglia. Per le preoccupazioni oggi materiali la donna si può smarrire nella fiducia, nella provvidenza, ma l’uomo deve sostenere la difficoltà con la sua Fede. Questo dice Giacchino ad Anna nel momento della loro sofferenza di non avere figli, quando un bambino li frequentava e nelle loro effusioni soffrivano di questa mancanza. Gioacchino volendola consolare le dice:

“Ancora occorre sperare, tutto può Dio. Finché si è vivi il miracolo può avvenire. Specie quando Lo si ama e ci si ama…. Andiamo ancora una volta al tempio. Per questo. Non solo per i tabernacoli. Facciamo lunga preghiera…. forse ti avverrà come a Sara….. come ad Anna di Elcana…. Molto attesero e si credevano riprovate perché sterili. Invece per loro nei cieli di Dio, si maturava un figlio Santo. Sorridi, mia sposa. Il tuo pianto mi è più dolore che l’essere senza prole”.

Andarono alla festa dei tabernacoli e all’ultimo giorno pregarono incessantemente e Anna non si distaccava dalla preghiera e per lei una luce si staccò dal velo del Tempio, stranissima, in cui la frase che sentì dire :

” Una Stella a te verrà”

Nella festa delle luci a dicembre, Anna sicura di essere già madre, annuncia con un canto anche Gioacchino la sua maternità, ma nel pensiero della stella dissero che se fosse stata una bambina l’avrebbero chiamata Stella, ma poi Gioacchino  determinò il nome di Maria al pensiero di una nascita speciale, dicendo:

«Maria allora la chiameremo. Stella del nostro mare, perla, felicità. Il nome della prima grande donna d’Israele. Ma questa non peccherà mai contro il Signore, e a Lui solo darà il suo canto perché a Lui è offerta, ostia prima di nascere».

«A Lui è offerta, sì. Maschio o femmina che sia, dopo aver giubilato per tre anni sulla nostra creatura noi la daremo al Signore. Ostie noi pure con essa, per la gloria di Dio».

Nasceva così nel disegno di Dio, il più grande, la creatura senza peccato in cui iniziava, nella sua vita la redenzione dell’umanità per essere la portatrice futura del Figlio di Dio sulla terra. Dio nel creare i figli dell’uomo, su cui interviene, come dice San Tommaso dopo che l’uomo offre con la responsabilità della donna quello che può dare alla creatura di vita materiale, nella vita vegetativa e sensitiva, aggiungendo Lui con un atto speciale l’anima per fare un uomo, suo figlio, ma è Lui che sogna il futuro della creatura , perché è Lui il Padre di ciascuno di noi che ci fa figli suoi, ed è qui l’altro insegnamento di questa vicenda che il disegno di Dio su ciascuno di noi, figli suoi, è l’altro compito che la famiglia ha di far crescere il figlio che viene al mondo come creatura di Dio e quindi il grande compito educativo che insieme si devono dare gli sposi.

Di questa vicenda di amore e di responsabilità, prima nella Fede e poi nell’educazione, in cui Dio è il nostro Padre che ci segue, in questo mese di Natale approfondiremo altri aspetti, secondo la vicenda di questo bambino. Questo insegnamento di Natale è il senso con cui io continuerò, in questi tre periodi, Natale, Pasqua e Pentecoste, a cercare di darvi il senso delle mie riflessioni perché vi aiutino ad essere in stretta comunione con me, abbiate pazienza per la lunghezza.

Ma seguirò gli avvenimenti che insieme dobbiamo vivere, come rilancio degli ideali, nei progetti concreti in cui i vostri progetti, nei vari territori devono vivere l’idealità nostra, con messaggi brevi non più scritti ma attraverso video che trasmetterò con più frequenza, dove parlerò di come procederanno anche i miei progetti. Chiudendo due cose importanti, il progetto di Grottaferrata , del cenacolo di riflessione e azione, dove le generazioni degli anziani e dei giovani si propongono di aiutare i giovani a ritrovare la Speranza e il progetto emblematico della Ciociaria, sul dopo di noi, stanno andando avanti.

L’altra cosa, vi invito a sostenere, con la vostra partecipazione, la mia idealità che è il Sogno di una società diversa da costruire insieme, aiutandomi con un pensiero economico piccolo ma fedele, su cui posso contare e del quale vi ho parlato più volte. Fino ad adesso sono andato avanti con l’aiuto di amici molto disponibili ma adesso voglio contare sulla vostra partecipazione, perché il mio Sogno vi deve appartenere.

Don Franco Monterubbianesi

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