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sabato, 18 Maggio, 2024

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E’ stato uno dei punti deboli nella prima fase dell’emergenza Coronavirus

Un contributo del dott. Moreno Marchiafava, Medico Chirurgo, Specialista in Psichiatria su tamponi e test per il Covid-19

“È stato uno dei punti deboli nella prima fase dell’emergenza coronavirus, e lo è tutt’ora, nonostante il numero di tamponi effettuati oggi sia di gran lunga superiore: individuare tempestivamente le nuove infezioni e circoscrivere nuovi focolai di Covid-19. A nove mesi dallo scoppio della pandemia, infatti, manca ancora un test rapido, efficace, pratico ed economico che possa sostituire il costoso e lento test molecolare – il cosiddetto tampone – e anche il cosiddetto “tampone rapido” (il test antigenico) la cui esecuzione richiede comunque competenze specifiche sin dal prelievo del campione. Un test altrettanto preciso del tampone ma eseguibile in pochi minuti in modalità “fai da te” a partire, per esempio, da una goccia di saliva, potrebbe essere impiegato di routine nelle scuole o nei luoghi di lavoro, negli aeroporti, riducendo non poco i disagi e la perdita di tempo. Al momento ce ne sono vari allo studio ma un test del genere non è ancora stato validato, anche se la regione Lazio ha iniziato a sperimentarli in alcuni contesti particolari, dove il prelievo con tampone è problematico: gli scolari fino a 13 anni di età.

Oggi, l’alternativa al tampone più veloce ed affidabile resta il test antigenico – il cosiddetto “tampone rapido”, che il Ministero della Salute ha recentemente autorizzato in ambito scolastico per accelerare l’individuazione di nuovi casi di Covid-19. Questa soluzione tuttavia, seppure più economica e veloce del tampone “classico”, resta meno affidabile e richiede comunque un operatore specializzato per il prelievo e per lo sviluppo, sebbene questo possa avvenire anche in situ grazie a un kit trasportabile.

I test attuali: Il “tampone” o test molecolare

E’ il più affidabile per la rilevazione del virus, a oggi ritenuto il gold standard tra i test, l’unico che può fare la diagnosi. Il test molecolare o “tampone” viene eseguito su un campione prelevato nel tratto naso-faringeo, operazione effettuata esclusivamente da personale sanitario. E’ in grado di rilevare la presenza di frammenti di Rna virale (la firma genica del coronavirus) ma l’analisi, tramite real-time RT-PCR, richiede dalle due alle sei ore e può essere effettuata solo in laboratori altamente specializzati.

Il “tampone rapido” o test antigenico

Anche in questo caso è necessario un prelievo con tampone, ma qui vengono cercate le componenti proteiche del virus. Ciò richiede molto meno tempo (circa 15 minuti) rispetto al tampone molecolare, ma l’affidabilità è minore, seppure ritenuta sufficiente per un primo screening. Potendoli eseguire anche sul luogo del prelievo, grazie a kit portatile, questi test hanno successo nelle situazioni in cui è richiesto uno screening rapido di molte persone, come nei porti e negli aeroporti.

Ma quanto sono affidabili i test rapidi antigenici? In effetti, il problema maggiore dei test antigenici – più o meno rapidi – è che, seppur di pochissimo, sono meno affidabili (80-95%) del tampone, unico oggi a vantare una sensibilità del 98% e una specificità del 99%. Una minore affidabilità significa che il numero dei positivi rilevati dal test non coincide con quello dei realmente malati. In particolare:

La minore sensibilità comporta un numero maggiore di falsi negativi, persone che hanno l’infezione ma che il test non individua come positive. La minore specificità comporta invece un numero elevato di falsi positivi, persone indicate come infette ma che in realtà non lo sono.

I test sierologici “pungidito”

Parlando di rapidità, in questi giorni si è tornati a discutere dei test sierologici rapidi, i cosiddetti “pungidito”. Infatti, da lunedì 19 ottobre, la regione Emilia Romagna ha adottato, in via sperimentale questi test per una campagna di screening, rivolta soprattutto agli studenti (per i quali l’esame è gratuito https://salute.regione.emilia-romagna.it/tutto-sul-coronavirus/test-sierologici/screening-farmacie) in collaborazione con le farmacie.

L’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, tuttavia, ha evidenziato i limiti di questi primi test salivari. In particolare:

Un test salivare molecolare, che da poco ha ottenuto il marchio CE, ha buoni livelli di affidabilità rispetto al tampone, ma è poco pratico: l’analisi deve essere svolta in laboratorio, e il macchinario usato riesce a processare, in circa un’ora, solo 8 campioni per volta: troppo lento per fare attività di screening.

Un test salivare antigenico che ha una sensibilità simile ai tamponi rapidi, ma che deve anch’esso essere analizzato in laboratorio: sfuma anche qui la prospettiva di screening rapido, in quanto i tempi di trasporto, analisi e refertazione sarebbero troppo dilatati.

Un test salivare antigenico a lettura visiva (detto “saponetta”, che funziona in maniera simile a un test di gravidanza). In questo caso il punto debole è l’affidabilità del test, con un rischio troppo alto di falsi negativi.

Per tutte queste ragioni al momento i test salivari non sono ancora ritenuti convenienti per lo screening rapido della popolazione, ma la ricerca continua senza sosta, nuove sperimentazioni sono in partenza e le cose potrebbero presto cambiare.

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