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domenica, 28 Aprile, 2024

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Milano, una carrozzina che fa parte dell’arredo urbano, il disagio e la libertà conquistata

Torna la nostra editorialista Rebecca Zoe de Luca, collaboratrice di Marie Claire, Elle e Vanity Fair, nonché adolescente che frequenta il quarto ginnasio a Milano. Nuota, scia, va in barca con i genitori, recensisce i libri che legge, ama la scrittura e ama la vita, nonostante sia affetta da Atrofia Muscolare Spinale

Così come Odisseo, dopo varie peripezie, ‘tornò a baciare la sua petrosa Itaca’, io, esattamente due settimane fa sono tornata nella mia città: Milano. Senza ombra di dubbio provo un amore incondizionato per il lago, ma Milano è il centro del mio universo, ora come ora, pensare di vivere in una qualsiasi altra città mi sembra un sacrilegio. Finalmente, dopo quasi tre mesi, ritrovo le strade asfaltate, piene di mozziconi di sigarette e di qualsiasi rifiuto possibile ed immaginabile – naturalmente le ruote della carrozzina non vanno molto d’accordo con gli immancabili escrementi di cane -. Per quanto io trascorra la maggior dell’anno a Milano, quando torno in città devo abituarmi nuovamente, non solo, alla frenetica vita milanese, ma anche ad essere letteralmente fissata da chiunque: uomo, donna, bambino, bambina, nonno, nonna, ragazzo o ragazza che mi capiti di incrociare anche solo per una frazione di secondo. Sì perché, al lago è inevitabile conoscere tutti-il che per certi versi può anche rivelarsi utile o catastrofico-, quindi, ormai, la carrozzina fa parte dell’arredo ‘urbano’ e non è certamente uno di quegli argomenti da ‘Bar Sport’. A Milano, per quanto paradossale, tutto cambia. Se prima fissavano solo la carrozzina e a volte mi sorridevano, un po’ forse per pena e un po’ per imbarazzo, ora, come purtroppo capita alla maggior parte di noi ragazze, fissano anche me, o meglio, tutto tranne che il mio viso: facendomi inevitabilmente sentire a disagio, ma soprattutto arrabbiare – con il carattere ‘pacato’ e ‘riflessivo’ che da sempre mi contraddistingue. Ma la gente che mi fissa, per un motivo o per l’altro, è sempre stata una, dapprima fastidiosa e in seguito quasi ironica, costante nella mia vita e, di certo, rinunciare agli interminabili giri per la mia insostituibile ed amata Milano è l’ultima delle mie intenzioni. Perché ormai la libertà conquistata non vale un pantaloncino corto. 

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