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lunedì, 29 Aprile, 2024

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Radical Choc di Giuseppe De Marzo

Nonostante i 40.000 chilometri di filo spinato e muri costruiti negli ultimi anni, il Covid-19 ha oltrepassato confini e barriere con gran velocità. Hanno parlato di «nemico invisibile», di «guerra», nascondendo l’origine del problema e le responsabilità che ne derivano. Spostare l’attenzione, costruire nemici da dare in pasto agli elettori è una delle forme più vecchie e banali, ma ancora efficaci, di manipolazione politica. Può aver funzionato in passato, ma oggi il virus mette tutti spalle al muro. Non siamo in presenza di una guerra e il Covid non è un nemico invisibile inaspettato: da molti anni si parla della minaccia di nuovi virus, conseguenze dirette del collasso climatico e della perdita di biodiversità. Sembra che le vecchie basi scientifiche e filosofiche su cui poggia la nostra modernità non siano più in grado di affrontare le sfide che abbiamo di fronte: l’insostenibilità sociale, ambientale ed ecologica del liberismo. La storia insegna che a volte i grandi mutamenti epocali sono positivi; altre volte portano una maggiore concentrazione della ricchezza e del potere, a una crescita delle disuguaglianze e un peggioramento delle forme della democrazia. Cosa preferiamo per il nostro futuro? Prefazione di don Luigi Ciotti.

Qui un estratto della recensione uscita su Avvenire a firma Lucia Capuzzi:

«Imonti, gli alberi e i fiumi mutano il loro aspetto con l’avvicendarsi delle ore e delle stagioni come un uomo cambia con le esperienze e le emozioni». Il poeta libanese Khalil Gibran traspone in versi il significato profondo di quel filone di studi scientifici che, negli ultimi decenni e soprattutto grazie al lavoro dei biologi Humberto Maturana e Francisco Varela, si concentra sull’aspetto “autopoietico” del sistema Terra. La comunità dei viventi si ridefinisce continuamente, si riproduce e si sostiene al proprio interno. Il fatto di essere immerso in questo slancio vitale perpetuo, di esserne parte integrante, soggetto alle leggi dell’interdipendenza, della corrispondenza, della complementarietà, della relazionalità e della reciprocità, garantisce all’essere umano vita e possibilità di evoluzione. «Per questo nulla è ancora deciso per sempre. Dipende da noi e dalle nostre capacità di scegliere di quale cambiamento vogliamo far parte», è l’assunto da cui parte Giuseppe De Marzo in Radical choc. Diritto alla salute, collasso climatico e biodiversità, appena pubblicato da Castelvecchi (pagine 78, euro 10).

Un saggio in cui l’economista e scrittore – storico collaboratore di Libera e don Luigi Ciotti, che ha scritto la prefazione – offre al lettore una bussola per orientarsi del mondo post–pandemia. «Il Covid–19 ha aperto una breccia dolorosa che ci mette di fronte a un bivio, perché conseguenza delle nostre azioni. La scelta che faremo determinerà che tipo di nuovo inizio costruiremo», si legge nel libro. Per De Marzo, ora più che mai, è urgente prendere posizione. «Difendere la comunità vivente, allargarla, è bene.

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