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lunedì, 29 Aprile, 2024

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Donna Moderna: e ora parliamo di salute mestruale

Di seguito il testo raccolto da Marta Bonini, inviata di Donna Moderna, nella quale si parla della salute mestruale.

Il 7 aprile si è celebrata la Giornata Mondiale della salute e il 22 aprile sarà la Giornata Mondiale della salute della donna.

Due date che spesso passano sotto silenzio e che invece andrebbero celebrate perché, anche se forse non ci si pensa, la salute, e in particolare quella femminile, non riguarda solo gli aspetti medici: è legata a doppio filo ad altri diritti fondamentali, come quello alla vita, alla privacy, all’educazione, all’informazione, alla libertà da ogni forma di violenza.

Lo sappiamo bene noi di WeWorld che, non a caso, in questi giorni lanciamo la prima edizione di WE CARE. Atlante della salute sessuale, riproduttiva, materna, infantile e adolescenziale nel mondo.
Un report, disponibile sul nostro sito weworld.it, che accende l’attenzione sulla giustizia sessuale e riproduttiva, intesa come quello stato di completo benessere che è una delle condizioni fondamentali per l’empowerment di donne e ragazze.

I risultati che emergono dall’Atlante, purtroppo, non sono molto incoraggianti.
Un esempio? Nell’ Africa sub-sahariana 1 ragazza su 10 non va a scuola quando ha le mestruazioni, il che si traduce in 165 giorni di apprendimento in meno su 4 anni. Questa criticità, pur con numeri inferiori, esiste anche nei Paesi occidentali: uno studio di Plan
International ha rilevato che nel Regno Unito il 64% delle ragazze tra i 14 e i 21 anni ha perso parte o un giorno intero di scuola a causa
delle mestruazioni. E se nei Paesi africani i motivi dell’assenza sono perlopiù di ordine sanitario – ovvero nelle scuole non ci sono acqua corrente e prodotti per lavarsi e manca uno spazio adeguato per cambiarsi gli assorbenti – negli Stati europei la colpa è del tabù legato alla salute mestruale.

Cosa dovremmo fare per migliorare la situazione?
Dobbiamo intervenire su più fronti: a livello istituzionale andrebbero garantiti nei Paesi più fragili i diritti “primari”, come l’accesso all’acqua. E tutti noi, passo dopo passo, dovremmo, provare a cambiare la cultura, iniziando per esempio a scegliere le parole giuste. Spesso, infatti, i termini “igiene mestruale” e “salute mestruale” vengono usati in maniera intercambiabile. Eppure, a pensarci bene, la parola “igiene” porta con sé un’accezione negativa, rafforzando lo stigma che associa le mestruazioni a qualcosa di sporco o impuro. Mentre l’espressione “salute mestruale” si riferisce a uno stato complessivo di benessere fisico, mentale e sociale. Poi dovremmo aumentare nelle scuole l’offerta di programmi di educazione sessuale in cui si parli anche delle tematiche che riguardano il ciclo: i diritti sessuali e riproduttivi sono libertà fondamentali e poi possono avere un effetto positivo su questioni sociali più ampie, come la parità di genere.

Un traguardo importante che potrà essere raggiunto se di questi argomenti si parlerà di più ma soprattutto se se ne parlerà, senza vergogna, anche con i maschi, perché il tabù viene proprio da loro. E a dirlo, anche questa volta, sono i numeri: più di 1 ragazzo su 3 pensa che le mestruazioni dovrebbero essere tenute segrete. Quando di segreto e di sporco non hanno proprio niente.


Fonte: Donna Moderna

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