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NIGERIA: DUE CONDANNATI A MORTE PER L’OMICIDIO DI UNA RAGAZZA

Un’alta corte dello stato nigeriano di Osun, riunitasi a Ikire, il 17 luglio 2023 ha condannato a morte un Pastore, Philip Segun, 42 anni, e Owolabi Adeeko, 23 anni, per l’omicidio di una ragazza, Favor Daley Oladele.
I due sono stati anche condannati a 14 anni di reclusione per associazione a delinquere.
Un terzo imputato, Bola Adeeko, madre della vittima, è stata condannata a due anni per cannibalismo.
Oladele era una studentessa dell’ultimo anno della Lagos State University (LASU).
Owolabi Adeeko e la ragazza erano entrambi studenti della Lagos State University, dove si erano conosciuti. Si frequentavano da alcuni mesi.
La sentenza è stata pronunciata dal giudice Christiana Olokede Obadina.
Gli imputati erano accusati di cospirazione e omicidio, in violazione delle sezioni 324 e 319 (1) del Codice penale Cap. 34 Leggi dello Stato di Osun, 2002.
Secondo il pubblico ministero, Adekemi Bello, gli imputati hanno commesso il reato l’8 dicembre 2019 e sono stati citati in tribunale il 15 novembre 2021.
Ha detto il Pubblico ministero: “Owolabi ha attirato Favor Daley Oladele, la sua ragazza, tramite una chiamata sul cellulare, l’8 dicembre 2019, invitandola a incontrare suo zio a Ikoyi-Ile.
“In precedenza, Owolabi Adeeko e sua madre Bola Adeeko avevano contattato la Chiesa dei Cherubini, Cappella della Soluzione, gestita dal Pastore Philip Segun ad Ikoyi-Ile, poiché interessati al rituale della ricchezza.
“Miss Favour Daley, fidanzata di Owolabi Adeeko, ha lasciato la sua residenza nello stato di Mowe Ogun, su invito di Owolabi, ed è arrivata a Ikoyi-Ile, nello stato di Osun.
“Al suo arrivo, Owolabi ha portato la ragazza alla chiesa del Pastore Philip Segun, dove è stata uccisa e smembrata.
Il cuore della vittima fu mangiato da Bola Adeeko per ottenere ricchezza, altre parti del corpo furono usate per fare sapone”, ha concluso il pm.
Adeshina Olaniyan, avvocato degli imputati, aveva invitato il giudice a temperare la giustizia con la clemenza.
(Fonti: Daily Post, 18/07/2023)

USA: NUOVA PAGINA WEB DEL DPIC SULLA GIUSTIZIA RIPARATIVA

Il Death Penalty Information Center ha creato una pagina web dedicata alla giustizia riparativa, un’alternativa di condanna nei casi penali, incluso un uso limitato nei casi di pena di morte. Questa risorsa evidenzia i fondamenti della giustizia riparativa, approcci comuni, studi recenti relativi alla pratica, ed esempi del suo utilizzo.
Man mano che le discussioni sulla pena di morte si sono allontanate dagli argomenti morali, il confronto tra la pena capitale e le sue valide alternative è cresciuto al contrario. L’alternativa più comune alla pena di morte negli Stati Uniti è l’ergastolo senza condizionale (LWOP). Molti stati hanno iniziato a guardare oltre l’incarcerazione come mezzo per punire e hanno istituito pratiche alternative volte a ridurre la criminalità violenta e non violenta in modi non tradizionali. Tra queste alternative, la giustizia riparativa è stata implementata con una maggiore speranza di affrontare le cause profonde della criminalità e prevenire la recidiva.
La giustizia riparativa è un insieme di pratiche e convinzioni che si avvicina al comportamento criminale con intenzioni di restituzione e risoluzione, piuttosto che di punizione. A differenza del sistema legale tradizionale, la giustizia riparativa vede il comportamento criminale come “una violazione della comunità e delle relazioni interpersonali. Le pratiche di giustizia riparativa intendono esaminare l’impatto di ogni crimine e determinare ciò che è necessario per mitigare il danno causato, pur ritenendo la persona responsabile delle sue azioni”.
In queste pratiche, il successo è misurato dalla riparazione dei danni causati, invece che dalla punizione inflitta. La giustizia riparativa tende a coinvolgere più persone nei suoi processi rispetto all’attuale sistema legale, poiché “vittime, imputati, membri della comunità e professionisti della giustizia si riuniscono per discutere i danni causati dal comportamento criminale”.
In effetti, la giustizia riparativa lavora per affrontare la disumanizzazione che molte vittime e imputati avvertono nel tradizionale sistema giudiziario penale.
Sebbene la giustizia riparativa offra uno spazio sicuro e aperto alle parti interessate per risolvere il danno, alcuni avvocati difensori ritengono che la pratica possa presentare ulteriori problemi per i loro clienti. Poiché “la giustizia riparativa si fonda sul principio di responsabilità, è quasi inevitabile che un imputato ammetta la propria colpevolezza durante il processo di giustizia riparativa”, e questo confligge con il diritto costituzionale di un imputato contro l’autoincriminazione.
Se un individuo non è stato formalmente condannato o sta affrontando accuse penali separate, attualmente non esiste un processo formale per escludere che eventuali dichiarazioni incriminanti vengano utilizzate contro di lui in futuro.
Queste preoccupazioni sono importanti tra gli avvocati che si occupano di persone che rischiano la pena di morte, poiché il processo di giustizia riparativa potrebbe complicare ulteriormente il già lungo processo di appelli associati alla pena capitale. Nonostante queste preoccupazioni, coloro che lavorano nel campo della giustizia riparativa ritengono che la pratica, con un’adeguata formazione, possa essere utilizzata per affrontare qualsiasi crimine.
(Fonte: Death Penalty Information Center, 31/07/2023)

IRAN: ALMENO SETTE UOMINI GIUSTIZIATI IL 9 AGOSTO

Sono almeno sette i prigionieri giustiziati in Iran il 9 agosto 2023, in casi distinti.
Manouchehr Khazaei e Ahad Hashemi sono stati messi a morte ad Hamedan.
Secondo un rapporto ricevuto da Hengaw, Khazaei era originario del villaggio di Dehlor, nella contea di Kangavar.
Prima del suo arresto, Khazaei era un membro delle forze di polizia. Era stato arrestato per reati legati alla droga.
Sempre secondo Hengaw, lo stesso giorno, nella stessa prigione, è stato giustiziato un prigioniero curdo di nome Ahad Hashemi, della città di Harsin, nella provincia di Kermanshah.
Anche Ahad Hashemi era stato arrestato sette anni fa per reati di droga, e condannato a morte dal giudice Nazari della 1a sezione del tribunale rivoluzionario di Hamadan.
La notizia dell’esecuzione di Ahad Hashemi e Manouchehr Khazaei non è stata finora annunciata dai media ufficiali o da altri media affiliati alla magistratura.
Fonti ufficiali (Fars News) hanno riportato che il 9 agosto, cinque uomini, condannati per stupro, sono stati giustiziati a Marand, nella provincia dell’Azerbaigian orientale.
Non è chiaro se le esecuzioni siano avvenute nella prigione di Marand, in quella della vicina Tabriz, o in pubblico, come a volte viene fatto per reati che hanno impressionato particolarmente l’opinione pubblica.
Il procuratore della contea di Marand, Ziamehr (Zia Mehr), ha comunicato che, a seguito di un approfondito processo legale, queste cinque persone che avevano commesso un atto di rapimento e aggressione sono state giustiziate.
L’incidente era stato originariamente segnalato il 21 maggio 2022, quando una “donna, accompagnata dal personale di emergenza sociale, si è recata nell’ufficio del procuratore. Ha raccontato la sua esperienza straziante di essere stata rapita da cinque persone non identificate, successivamente portata sulle montagne circostanti e sottoposta a un’aggressione da parte di tutti e cinque”.
Le persone sono state arrestate quattro giorni dopo e successivamente condannate a morte.
Secondo il rapporto, le identità dei detenuti giustiziati non sono state divulgate.
(Fonte: Hengaw, Hrana)

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