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sabato, 18 Maggio, 2024

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SIMG – Focus sulle malattie infettive. Alla Camera la presentazione del nuovo progetto di formazione per i medici di famiglia

MEDICINA GENERALE SI FORMA SULLE MALATTIE INFETTIVE – Attribuire al Medico di Medicina Generale un ruolo determinante nella gestione delle malattie infettive, a partire dal Covid-19 per arrivare ad HIV ed Epatiti. Questa è una delle esigenze emerse con la pandemia: gli effetti, infatti, non sono stati solo sulle malattie croniche, sicuramente penalizzate per la riduzione di controlli e diagnosi. Anche alcune malattie infettive, oggi cronicizzabili o curabili, sono state trascurate, mentre è proprio il medico di famiglia che su questo può giocare un ruolo determinante. Da qui parte un nuovo progetto di formazione e informazione.

Stiamo iniziando a disegnare un percorso per le nuove generazioni di medici – sottolinea il Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG – Questo processo riguarda soprattutto le cosiddette patologie acute, talvolta sottovalutate dalla medicina generale. Come emerso con il Covid, queste oggi rappresentano delle emergenze, fanno parte della vita quotidiana e i pazienti arrivano dallo specialista quando le opportunità di risoluzione sono già andate sprecate. Dobbiamo pertanto disegnare un nuovo modello di formazione, basato su una maggiore consapevolezza, strumenti concreti, capacità di intervento per una diagnosi precoce e un’immediata applicazione della terapia del caso”.

LA PRESENTAZIONE ALLA CAMERA – Il progetto “We stand with public health: a call to action for infectious disease. Salute pubblica: presente e futuro”, organizzato da Regia Congressi con il patrocinio della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – SIMG e della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT, con il contributo non condizionante di Gilead Sciences, è stato presentato presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati lo scorso luglio su iniziativa dell’On. Mara Lapia, Membro XII Commissione Affari Sociali Camera Deputati. L’introduzione è stata del Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG, e del Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT. A presentare il progetto Alessandro Rossi, Coordinatore del Progetto e Responsabile area Malattie Infettive SIMG. Sono intervenuti Ignazio Grattagliano Coordinatore attività Covid-19 SIMG con “Nuovi modelli organizzativi per la gestione dei pazienti Covid-19”; Barbara Suligoi, Responsabile del Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità, con “HIV come malattia cronica: gestione integrata della salute a lungo termine”; Prof.ssa Loreta Kondili, Centro Nazionale per la Salute Globale Istituto Superiore di Sanità HCV, con “L’allargamento dei programmi di screening”; Prof. Marco Borderi, Dirigente medico dell’Unità di Malattie infettive del Policlinico Sant’Orsola Malpighi, Bologna, con “L’integrazione dei servizi per una gestione efficace dell’HDV”. A moderare il giornalista scientifico Daniel Della Seta.

IL PROGETTO SIMG PER UNA NUOVA GESTIONE DEI VIRUS – Il progetto SIMG si articolerà nel corso dell'inverno 2022-2023 attraverso un ciclo di quattro webinar incentrati su altrettante malattie infettive: il Covid-19, l’HIV, l’Epatite C, l’Epatite Delta. Una scelta dettata dalla funzione che il medico di famiglia può svolgere. Per quanto riguarda il Covid, oltre a mantenere un ruolo di rilievo nelle vaccinazioni, il MMG dovrà lavorare sull’intercettazione di eventuali complicanze, suggerendo e prescrivendo con rapidità ai pazienti più fragili le terapie con gli antivirali diretti o con gli anticorpi monoclonali, soluzioni che hanno mantenuto validità nonostante l’evoluzione delle varianti. Per l’HIV è possibile cronicizzare il virus, un concetto sintetizzato nell’evidenza scientifica U=U, Undetectable=Untransmittable, Non rilevabile=Non trasmissibile: l’HIV non viene trasmesso con la corretta assunzione di un’efficace terapia antiretrovirale, che rende la viremia non più rilevabile nel sangue. Il virus dell’Epatite C, invece, grazie alle nuove terapie, si può eradicare definitivamente, in poche settimane e senza effetti collaterali. Per l’Epatite Delta, la più severa tra le diverse epatiti, la nuova molecola bulevirtide rappresenta un progresso rivoluzionario perché permette di trattare pazienti che prima non potevano ricevere alcuna terapia. Il problema per HIV, HCV, HDV è dato dalle diagnosi tardive, che spesso giungono quando il paziente è già in AIDS (nel caso dell’HIV) o avviato verso una seria cirrosi o epatocarcinoma nelle epatiti. Il sommerso dunque è notevole e gli screening attualmente non sono sufficienti.

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