A causa delle proteste violente scoppiate nella notte di martedì 1 novembre a Santa Cruz, in Bolivia dopo uno sciopero di 12 giorni proclamato dall'opposizione politica per via della scelta del Governo di posticipare il censimento generale, previsto per quest’anno, al 2024, l'episcopato boliviano ha lanciato l'allarme.
L'arcivescovo di Santa Cruz. Monsignor René Leigue Cesarí ha lanciato un appello alla nazione dichiarando come la situazione di dolore e violenza attuale sia deprecabile e si rivolge alle “autorità competenti chiamate a risolvere questo problema”. Perché “lascino da parte i loro interessi personali, di partito o di settore”. E “diano prova delle loro capacità di servizio“ sollecitando il ritorno al dialogo per poter fermare la situazione che sta andando sempre di più fuori controllo a causa di decisioni politiche “che stanno portando pericolosamente ad uno scenario di scontro tra boliviani. E ad una violazione generalizzata dei diritti e delle garanzie costituzionali”.
