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lunedì, 6 Maggio, 2024

fondato e diretto da Paola Severini Melograni

L’aula immersiva: l’ultima frontiera della didattica

L’aula immersiva è la nuova frontiera della didattica, uno spazio multisensoriale  accessibile a tutti mettendo a disposizione i contenuti della lezione in modo tale che chiunque ne possa usufruire diventando universale.

Questa nuova forma di insegnamento, oltre che integrare la didattica tradizionale (basti pensare alle cartine geografiche sui muri o ai cartelloni, strumenti comunemente usati dalle scuole), si adatta al modo in cui i giovani di oggi accedono al mondo circostante: prevalentemente con un approccio visivo (attraverso schermi, immagini, video, musica…) rendendo quindi l’insegnamento familiare. 

I ragazzi, vengono catapultati in un’aula in cui pavimenti, soffitti e pareti prendono vita offrendo loro una pausa dalla staticità delle sedie e dei banchi e anzi, diventando parte attiva delle lezioni amplificando la loro immaginazione, la curiosità, il coinvolgimento, il senso critico, la loro concentrazione e la loro memoria. 
I moduli hanno una durata di circa 40 minuti e permettono, quindi, una fruibilità a turno, estesa alle diverse classi di uno stesso plesso scolastico.
Tale tipo di aula è fondamentale per gli studenti con disabilità: a differenza degli strumenti didattici tradizionali, che non sempre soddisfano pienamente i bisogni educativi di tutti, l’aula immersiva permette fruibilità e accessibilità immediate dei contenuti.  I vari temi sono raccontati attraverso voci narranti, diapositive e immagini, adeguatamente filtrati e appositamente studiati per essere comprensibili a tutti.

Il costo delle aule immersive si aggira intorno ai 20/50 mila euro (comprendenti centocinquanta moduli per le diverse materie, videoproiettori e pareti touch). Il PNRR prevede dei fondi da poter destinare a questo tipo di investimento e a far sì che tutti gli studenti possano accedere, senza esclusioni, a tale tecnologia. 

Lo scorso novembre, rivolto ai docenti dell’Unione mondiale degli insegnanti cattolici, Papa Francesco ha ricordato “Gli educatori devono continuamente rinnovarsi nelle motivazioni e nelle modalità di lavoro. Non possono essere rigidi. La rigidità distrugge l’educazione. […]”. 
In tal proposito, Interris.com indica il libro “La scuola che ancora non c’è” scritto dal professor Giovanni Biondi nel quale si “indaga sul motivo per il quale la scuola, storicamente, sia stata un’istituzione poco incline all’innovazione del mondo circostante. L’autore rivendica un ruolo diverso e più attivo nella didattica, allineata all’evoluzione tecnologica, a nuovi strumenti e linguaggi, per conseguire la necessaria autonomia.”


Fonte: https://www.interris.it/copertina/aula-immersiva-ultima-frontiera-didattica/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=giornaliera

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