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venerdì, 17 Maggio, 2024

fondato e diretto da Paola Severini Melograni

Domenica 17 marzo “Esquilibri” per il centenario di Franco Basaglia

Esquilibri
Mostra mercato del Libro Usato e dell’Antiquariato

Presenta il nuovo appuntamento di
Cultura da Passeggio

In occasione del centenario della nascita di
Franco Basaglia

un incontro dedicato al libro simbolo

Morire di classe: la condizione manicomiale fotografata da Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin

Domenica 17 marzo, alle ore 16.00
Portici di Piazza Vittorio Emanuele II
con Franco Basaglia, Pompeo Martelli, Vanessa Roghi

Le voci e le grida, i gesti e i lamenti della segregazione e dell’internamento fermati per la prima volta dall’obbiettivo di una macchina fotografica. In occasione del centenario della nascita di Franco Basaglia, l’11 marzo 1924, Esquilibri – Mostra mercato del libro usato e dell’antiquariato promuove un nuovo appuntamento proprio intorno a quelle immagini raccolte e raccontate in un libro simbolo: Morire di classe, la condizione manicomiale fotografata da Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin.

Uscito nel 1969 e curato da Franco e Franca Ongaro Basaglia, l’album fotografico politico e sociologico, che ha preparato la strada per riforma Basaglia con la legge 180 del 1978, è stato un volume spartiacque: scatti in bianco e nero, commenti, denunce e allo stesso tempo speranze, dell’universo manicomaniale in Italia che hanno rappresentato un momento memorabile nella storia dell’intero complesso dei movimenti antipsichiatrici.

È a partire da questo storico volume che parte il secondo appuntamento di Cultura da passeggio, domenica 17 marzo alle 16.00, ai portici di Piazza Vittorio Emanuele II a Roma, insieme a Franco Basaglia, nipote del medico veneziano, tra i curatori dell’Archivio Basaglia e professionista del cinema, Pompeo Martelli, psicoterapeuta e direttore del Museo Laboratorio della Mente e  Vanessa Roghi, storica e scrittrice.

Il libro

Pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1969, il libro nasce dalla richiesta di Franco Basaglia a Carla Cerati di realizzare un reportage, in chiave di denuncia, sulle condizioni abiette dei pazienti psichiatrici in Italia. Sarà la fotografa a coinvolgere poi Gianni Berengo Gardin per visitare quattro manicomi a Firenze, Ferrara, Colorno e Gorizia. Insieme i due fotografi ottengono una serie di scatti di rara intensità che, valorizzati dall’introduzione dei Basaglia e da testi di autori del calibro di Primo Levi e Michel Foucault, Rilke, Pirandello e Franz Fanon, andranno a comporre il libro. Con una veste grafica apparentemente insolita per un libro di denuncia, la gabbia viola che ammicca alla grafica pubblicitaria e al design e il formato rettangolare con orientamento orizzontale, Morire di classe è stata un’opera radicale in grado di tenere insieme estetica e politica con il preciso intento di avere un impatto sociale dirompente. La scelta editoriale di far uscire il libro nella Serie Politica di Einaudi, segnata dal colore viola delle sue pubblicazioni, è la scelta consapevole di conferire al libro un carattere squisitamente politico e quindi di affermare quanto il movimento antipsichiatrico sia parte costitutiva dell’album di famiglia del Sessantotto italiano.

“L’istituzione manicomiale ha in sé, nel suo carattere violento coercitivo discriminante una più nascosta funzione sociale e politica: il malato mentale, ricoverato e distrutto nei nostri manicomi, non si rivela soltanto l’oggetto della violenza di un’istituzione deputata a difendere i sani dalla follia; né soltanto l’oggetto si una società che rifiuta la malattia mentale; ma è insieme il povero, il diseredato che proprio in quanto privo di forza contrattuale da opporre a queste violenze cade definitivamente in potere dell’istituto deputato a controllarlo”

da Morire di Classe, a cura di Franco e Franca Basaglia

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