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venerdì, 17 Maggio, 2024

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Mare del Nord, la Danimarca chiude all’estrazione dei combustibili fossili

Il governo danese pare abbia deciso per una definitiva chiusura a nuove esplorazioni ed estrazioni di petrolio e gas nel mare del Nord entro il 2050. Le vecchie concessioni resteranno valide fino alla sopramenzionata data, mentre quelle più recenti saranno annullate e le gare d’appalto pianificate verranno cancellate. Il governo dovrà ridisegnare quindi un intero settore economico che dovrà convertirsi a fonti sostenibili e allo stesso tempo formare gli operatori per dei nuovi ruoli. Dal 1972 il paese scandinavo ha guadagnato 88 miliardi di dollari dalle estrazioni; con una produzione attuale di greggio pari a 83mila barili al giorno e 21mila barili di petrolio equivalente (corrispondente all’energia rilasciata dalla combustione di un barile di petrolio greggio). Il Ministero danese per il Clima ha quantificato, che la quasi imminente decisione, costerà una perdita economica di 1,7 miliardi di euro.

Greenpeace International si è detta contenta per la decisione intrapresa dalla Danimarca, nonostante le numerose critiche piovute riguardo ai dilatati tempi per la definitiva cessione delle attività d’estrazione; Greta Thunberg ha così twittato: “La vera notizia è che la Danimarca continuerà ad estrarre combustibili fossili per altre tre decadi”. Invece, per i lavoratori dell’intera filiera ha rassicurato il Ministero per il Clima: “Nell’area di Esbjerg, in particolare, ci sono molte persone impiegate nel settore. Ora le aziende e gli investitori coinvolti nel Mare del Nord hanno un quadro stabile in cui lavorare […] (Non mancheranno) nuove opportunità di lavoro, ad esempio derivanti dalla formazione continua”.

https://www.lifegate.it/danimarca-combustibili-fossili-estrazione-2050

A cura di Simone Riga

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